C’è un nesso tra i sogni e l’apprendimento delle lingue?

Vi siete mai chiesti quale sia il legame tra sognare e imparare le lingue? Vi è già capitato di sognare in una lingua straniera? In genere è considerato un segno che avete raggiunto un buon livello di padronanza. Negli anni ‘80, lo psicologo canadese Joseph De Koninck osservò che gli studenti di francese che iniziavano […]
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Vi siete mai chiesti quale sia il legame tra sognare e imparare le lingue?

Vi è già capitato di sognare in una lingua straniera? In genere è considerato un segno che avete raggiunto un buon livello di padronanza. Negli anni ‘80, lo psicologo canadese Joseph De Koninck osservò che gli studenti di francese che iniziavano prima a sognare in francese facevano progressi decisamente più rapidi. Sorge la domanda: imparavano più in fretta perché sognavano in lingua, o sognavano in lingua perché imparavano più in fretta?

Psicologi e neuroscienziati si sono finora cimentati in varie ricerche sul rapporto tra sogni e apprendimento linguistico, ma è difficile definire con precisione cosa succede mentre si sogna. Alcuni dicono di parlare bene nei sogni una lingua che nella vita reale conoscono appena. I sognatori sono testimoni inattendibili.

L’inconscio è capace di cose straordinarie, come nel caso della paziente che aveva completamente dimenticato la sua lingua madre al risveglio dal coma, e parlava solo tedesco. Forse mentre impariamo una nuova lingua, il cervello è così impegnato a immagazzinare le nuove informazioni che la coscienza non riesce ad assorbirle tutte insieme, ed è il nostro inconscio a farle poi emergere mentre dormiamo. O forse no? Si tratta di ipotesi difficili da dimostrare.

Se il vero fine dei sogni sia psicologico o fisiologico è una questione molto discussa. Le ipotesi più comuni sul perché sogniamo sono varie: potrebbe essere un modo di risolvere i problemi, elaborare informazioni o sbarazzarsi di quello che al nostro cervello, al momento, non serve.

Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita.

– William Shakespeare, La tempesta

In parte proprio perché la scienza ha difficoltà a spiegarli, i sogni mantengono un alone di mistero, svolgendo un ruolo importante anche a livello culturale: basti pensare agli sciamani che guariscono le persone o prevedono il futuro e al continuo fascino del misticismo della New Age.

Forse sognare in un’altra lingua è un’espressione del nostro desiderio di appartenenza, di sentire come “nostra” una lingua straniera. Che lo si consideri o meno un momento decisivo per i progressi raggiunti, di certo è un forte segnale di consapevolezza e impegno nello studio della nuova lingua.

Sogni potenziati

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Allora sono forse efficaci anche quelle tecniche di memorizzazione nel sonno (ipnopedia), basate sull’ascolto di registrazioni mentre si dorme?

La risposta in breve è: no. L’ipnopedia è stata completamente screditata dalla ricerca. “Disturbare i ritmi del sonno in questo modo presuppone che il cervello sia attivo per l’ascolto, impedendo così il tipo di sonno profondo che è in realtà molto importante per la mente”, spiega Florence Cardinal della National Sleep Foundation canadese, che raccomanda piuttosto di ripassare i materiali di studio più volte prima di andare a dormire, lasciando che il cervello faccia il suo lavoro nel sonno.

Se una persona in media dorme 8 ore per notte per 75 anni, accumula un totale di 220.000 ore di sonno. E se tutto quel tempo si potesse utilizzare attivamente?

Benvenuti al mondo dei “sogni lucidi”, quando sai di star sognando e riesci a controllare i tuoi sogni. Almeno quella è la tesi controversa proposta dallo psichiatra olandese Frederik van Eeden, dalla quale nasce di tutto un mercato di consigli per “esplorare il tuo mondo onirico, realizzare ogni fantasia e accedere al tuo enorme potenziale creativo” – a pagamento.

Ci sono comunque credenziali scientifiche alla base dei suoi ragionamenti. Il parapsicologo britannico Keith Hearne ha dimostrato negli anni ‘70 che chi si trova in uno stato di sogno lucido riesce a fare movimenti oculari volontari; altri studi del ricercatore Stephen LaBerge dell’Università di Stanford hanno dimostrato che l’attività cerebrale durante il sogno lucido è diversa da quella dei sogni “normali”. Per gli scettici, i sogni lucidi sarebbero in realtà più simili a uno stato meditativo che una vera e propria fase del sonno.

I sognatori lucidi ammettono che non è un metodo per imparare nei sogni nuove informazioni, come parole mai sentite. Si può però decidere coscientemente di ripassare il vocabolario, esercitarsi sui verbi, o intrattenere una conversazione con una persona immaginaria in una lingua diversa dalla propria.

Insomma, è un po’ come avere a disposizione il review manager di Babbel mentre si dorme!

E per una scossa di vita in più, perché non fare un salto a trovare Jan Born all’Università di Tübingen?

La sua scoperta: stimolare il cervello durante il sonno con una debole corrente elettrica aumenta la capacità di memorizzazione dell’8%. Non provateci a casa.

In che lingue sognate? Siete sognatori lucidi? Raccontateci le vostre esperienze nei commenti qui sotto!

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